Un partito il cui gruppo dirigente, bocciato per le discutibili scelte strategiche politiche messe in campo prima e durante la campagna elettorale, nell'ultima assemblea degli iscritti, ha cercato di riaccreditarsi facendo approvare una relazione molto edulcorata, con la quale si continua a non prendere atto delle ragioni della sconfitta ed a voler proseguire come se nulla fosse accaduto.
In questo senso sarà difficile per molti iscritti, anche esponenti di importanti sensibilità - da tempo in disaccordo per il modo di condurre l'azione politica e per il modo di interpretare anche i principi di democrazia interna e di rappresentanza - trovare su due piedi un'intesa capace di avvicinare le posizioni. Infatti, al di là dei buoni propositi espressi più a parole che con i fatti, sta emergendo un diverso modo di interpretare l'avvio della necessaria fase di ristrutturazione e di rilancio del partito sul territorio: uno più orientato al recupero dei contatti con l'area moderata e metodologicamente orientato ad organizzare momenti tradizionali e per molti aspetti superati di coinvolgimento, mediante i c.d. tavoli tematici di lavoro, dal mero sapore didattico e convegnistico e l'altro orientato invece a recuperare i contatti in primis con il territorio e con tutti i cittadini, ma anche con le forze politiche di sinistra radicale, con quelle riformiste e progressiste, con il mondo ambientalista e con quello rappresentato dai corpi intermedi e dal civismo diffuso; tutto ciò, mediante una ristrutturazione, una rifondazione totale del partito colognese, mediante l'organizzazione di una Conferenza di Organizzazione necessaria per rifare un "assetto e convergenza" al proprio interno e per aprire in modo ampio e pluralista il PD al tessuto cittadino ed alla condivisione di un percorso federativo di tutte le predette aree politiche.
Luciano Cetrullo - 22/11/2020