STORIA
TRISTE DI NICOLA LU MURATORE (*)
Capitolo 1
"Hai visto come è stata brava nostra figlia?!" e continuò: "ha riportato la paggella e tiene solo un nove, perché gli altri voti sono tutti dieci!"
"J'è lu vero?!" rispose Nicola, mentre spolverava una manciata di peperoncino secco sul suo piatto di pasta e fagioli.
"Certo, e siamo solo al primo quadrimestre, pensa un pò tu a quello che può arrivare dopo... j'è proprio bbrava la nostra Sabbrina".
Rossella appariva fiera del risultato scolastico, ma anche un pò triste e rimostrante per l'impossibilità di poter dare un'adeguata ricompensa, un piccolo dono, alla ragazza in questa occasione.
Nicola aveva lo sguardo fisso sul magnete di Sorrento appiccicato insieme a pochi altri magneti (più regalati che acquistati) sulla porta del frigorifero.
"Mbeh! Sai che ti dico che la uagliona non ha ripreso a me e forse neanche a te, non ha ripreso a nessuno e tutta robba sua la volontà di studiare e andare avanti con la scuola", continuò Nicola: "da piccirillo a me non mi piaceva andare a scuola, mi piaceva solo a pazziare e i miei genitori, pace all'anima loro, non si sono mai preoccupati di darmi un'istruzione, me la so fatta io da solo stando in mezzo a la ggente e faticando da mattina a ssera".
"Lo sò, Nicò, erano altri tempi, tu eri un lavoratore e io e la mia famiglia ti abbiamo lo stesso voluto bbene per questo, ma ormai il mondo è cambiato, senza nu pezzo di carta che faranno 'sti figli nostri?"
Annuì Nicola flettendo più volte la testa sul piatto di fagioli.
Cinse poi con le mani la sua fronte ed esclamò: "Sabbrina ha da studià, ha da diventare 'na dottoressa, la più bbrava, pure se a noi costa tanti sacrifici ha da cagnare la vita sua, che non deve patire quello che abbiamo patito noi".
Capitolo 2
Trascorsero pochi giorni.
Sabrina rientrando da scuola - "Ciao Ma'!"
"Ciao Sabbrina" - rispose Rossella e continuò "com'è andata oggi a scuola? Tutto a posto?"
"Sì, sì, tutto a posto... ah! Mamma, sai dove andremo in gita scolastica quest'anno? Si andrà a Barcellona! Ma ti rendi conto? E' bellissimo!"
"Mamma, maaa'!"
"Sì, sì, ho capito" rispose Rossella.
"Mamma, lo dici tu a papà questa sera vero? Gli fai leggere anche la circolare della Preside? C'è scritto che vogliono un acconto subito e il saldo tra un mese".
Si sa, la gita di fine anno è un momento particolare della vita scolastica, un'occasione in cui i ragazzi vogliono sentirsi adulti e gustare il senso di libertà, di comunità e di allegria.
Queste cose le conoscevano anche Rossella e Nicola, pur non avendo letto libri di pedagogia, ma conoscevano anche la dura realtà della vita, che non ti regala niente.
Capitolo 3
Era un brutto periodo, l'economia non girava e case non se ne costruivano.
Nicola lavorava da muratore, "sotto padrone": sì, si dice ancora così.
Un salario leggero, quel tanto che permetteva di vivere, anzi di sopravvivere.
Però in casa si respirava tanta dignità ed onestà. Parole non più in uso al mondo d'oggi.
Rossella quella sera stessa riferì tutto a Nicola che non parlò, ma qualcuno ancora racconta che si sentì piangere sommessamente in bagno mentre scorreva l'acqua della doccia.
Ormai albeggiava e Nicola in cucina incrociò gli occhi ancora assonnati di Sabrina e le disse: "Ascolta a papà, la mamma mi ha detto della gita, tu non ti preoccupare che ci andrai a Barcellona, ci pensiamo noi, okkey?!"
"Okkey papà, ti voglio bene" rispose Sabrina.
Ti voglio bene, tre semplici parole che riscaldarono il cuore di un uomo semplice.
Nicola giunto al lavoro chiese di parlare con il Principale della ditta, non bastava il Caposquadra. Voleva essere rassicurato sulla possibilità di poter fare degli straordinari e di affidargli qualche lavoretto extra, per arrotondare le entrate e sostenere il costo della gita scolastica.
Gli risposero di sì, ma l'avrebbero pagato "fuori busta". Non si potrebbe, ma disse di sì.
Capitolo 4
San Valentino, festa degli innamorati, un sabato per tanti diverso, ma per Nicola uguale agli altri giorni, forse.
Un sabato di lavoro a cottimo presso una villetta da armare esternamente ed intonacare. Si lavora sui ponteggi, su di una impalcatura tirata su alla bell'e meglio, ma il tempo stringe e bisogna iniziare ad intonacare, la sicurezza spesso è un lusso, non è per tutti, oggi non è per Nicola.
Un gancio mal serrato, l'asse che si inclina, una staggia che cade addosso, frazioni di secondo in cui cerchi solo di recuperare l'equilibrio, frazioni di secondo che separano la vita dalla morte, frazioni di secondo che separarono Nicola per sempre dai suoi cari, dopo una tremenda caduta da dieci metri.
Capitolo 5
Dopo il cordoglio e le molte frasi di circostanza, Sabrina non andò più in gita scolastica, Sabrina non tornò più a scuola, Sabrina a quindici anni conobbe l'assoluta disperazione, che la fece crescere di altri quindici.
Sabrina non divenne una dottoressa, iniziò a lavorare assieme alla madre Rossella e cercarono di ridare senso alle loro vite mettendo il punto finale alla storia triste di Nicola lu Muratore. Punto.
Luciano Cetrullo
"Poesia e Prosa del Lavoro" 7ª Ed. 2020
particolare dell'incipit del racconto scritto di proprio pugno dall'autore