Intervento del Consigliere Luciano Cetrullo nella seduta consigliare del 11.06.2010. Grazie signor Presidente,
Prima di iniziare l’intervento mi sento di esprimere il più sentito ringraziamento alla cittadinanza colognese questa sera presente in aula, che indica la comune sensibilità rispetto ai temi della scuola e dell’educazione.
Questa sera abbiamo potuto prendere atto direttamente dagli operatori del settore e dai cittadini, utenti del servizio, la reale portata dei problemi che attanagliano la scuola; e, questo, è stato fatto con senso di compiutezza e civiltà, senza demagogie, ma guardando alla loro sostanza, perché i problemi, mai come in questo caso, non hanno colori.
Tuttavia, non può e non si deve dimenticare che gli aspetti affrontati e discussi questa sera sono la conseguenza di un percorso di riforme, a nostro parere inadeguato, portato avanti dall’attuale Governo.
La riduzione degli organici per l’anno 2010/2011 ammonta a circa 25.000 docenti in meno ed a circa 15.000 ATA in meno, questo fatto fa riflettere sul basso grado di attenzione riservato al tema dell’ordinamento scolastico nel nostro paese, trattato, di fatto, in modo residuale.
I tagli sul personale docente ed ATA determinano una doppia conseguenza e, cioè, da un lato impoveriscono il sistema scolastico che non sarà più in grado di erogare una offerta formativa di qualità ai nostri ragazzi e, dall’altro, determinano il “collasso sociale” di una intera categoria, che si troverà senza lavoro e senza reddito; 40.000 soggetti che non sono numeri, ma persone, lavoratrici e lavoratori di questo Paese.
Questo è inaccettabile, come è pure inaccettabile pensare che di fronte ad una crisi economica, esordita come crisi finanziaria, ma inevitabilmente tramutatasi in crisi sociale, le risposte date dal Governo siano state rivolte verso un razionamento sperequato dei redditi dei lavoratori del pubblico impiego, mediante il blocco dei contratti. Incapace di adottare interventi strutturali e di medio-lungo periodo capaci di rilanciare l’economia ed i consumi, anche mediante una maggiore disponibilità di risorse per le famiglie.
Perché non si è sviluppata sino ad ora una azione di reale contrasto all’evasione fiscale? Perché non si è operato verso una più incisiva tassazione dei redditi da capitale e delle rendite?
Ma, si badi, nell’ambito della scuola, il percorso di “razionamento” e non di “razionalizzazione” è partito prima dell’esordio ufficiale della crisi mondiale, due anni fa circa, quindi, non è giustificabile ritenere che gli attuali tagli siano la conseguenza “immanente” della grave crisi economica di oggi, ma, al contrario, la conseguenza di precise scelte di riforma del Governo, che noi giudichiamo inappropriate.
L’applicazione della manovra finanziaria varata lo scorso 31 maggio acuirà il malessere sociale e coinvolgerà fortemente anche il mondo della scuola e della conoscenza. Oltre al congelamento degli stipendi fino al 2013, con ripercussioni su pensioni e carriera, ci sarà il blocco del turn over con forti limiti di spesa per il nuovo personale. Tagli alla formazione e dimezzamento dei contributi agli Enti di ricerca.
Tutte queste azioni di contenimento della spesa determineranno nella scuola, in modo evidente a tutti, varie conseguenze:
1) una riduzione dell’organico anche a fronte dell’aumento degli alunni;
2) ritardi biblici nel trasferimento dei finanziamenti assegnati;
3) soppressione degli insegnanti di lingua straniera;
4) impossibilità in molti casi di poter garantire il tempo pieno, con contestuale possibilità di trasformare le classi a tempo normale;
Ma quand’anche fosse garantito un tempo scuola di 40 ore, se le ore di compresenza verranno utilizzate per il completamento dell’orario delle classi o per le supplenze, sarà impossibile realizzare uscite didattiche, attività di laboratorio e di gruppo, tagliando di fatto, molte attività e materie qualificanti per il percorso di crescita culturale degli alunni.
Cosa fare allora? Sicuramente intendiamo dimostrare la nostra solidarietà alle persone, agli operatori, ai cittadini che stanno manifestando con estrema civiltà in tutta Italia il proprio dissenso contro i tagli alla scuola. Un dissenso che, come nel caso di una scuola elementare di Roma, si colora anche di elementi di protesta alternativi con i genitori ed il Preside che, per ovviare alle sopravvenute carenze di personale, si trasformano per un giorno in maestri dei loro figli, insegnando loro educazione civica, informatica, ecc.
Un contributo da parte dei genitori che non si limita a questo, ma che sempre più spesso sopperisce anche alla carenza di interventi pubblici rispetto ai bisogni materiali e primari della vita scolastica, come per esempio per l’acquisto di risme per fotocopie, sapone e carta igienica.
Il Consiglio Comunale non può non raccogliere le tante richieste e sollecitazioni che stasera si sono manifestate e, nei limiti dei propri compiti ed attribuzioni, farle proprie in un documento di sintesi, in un ordine del giorno, che spero sia unitario, ove possa essere riassunta la forte preoccupazione della cittadinanza e la richiesta alle Istituzioni preposte, in merito all’integrazione delle quote di personale assegnate alle scuole pubbliche di Cologno, questo, in modo da salvaguardare e valorizzare l’attuale modello organizzativo scolastico.
Un nazione civile orientata verso il continuo miglioramento delle condizioni di vita dei propri cittadini non può disinteressarsi dell’impoverimento qualitativo della scuola pubblica, delle proprie Università, della ricerca scientifica; tutto questo significherebbe rendere la nazione più povera, povera nei processi di innovazione, povera nelle risposte da dare alle sempre più complesse sfide del futuro.
Una nazione che non ha a cuore l’accrescimento culturale della propria gente, dei propri figli, è inesorabilmente destinata al repentino degrado economico, sociale ed etico.
Noi tutto ciò non lo vogliamo; noi tutto ciò non lo permetteremo!
Grazie.
Luciano Cetrullo